Quando l’orgasmo femminile non è un piacere…
Se si parla di “orgasmo” si fa riferimento ad un momento intimo e, di solito, molto piacevole sia per l’uomo che per la donna.
“Di solito” perché ci sono condizioni che rendono anche questa esperienza dolorosa o spiacevole e nella donna ciò succede quando un’eccitazione genitale indesiderata e non causata da stimoli sessuali causa molti orgasmi al giorno, addirittura più di 100.
In questi casi, gli orgasmi sono spontanei, cioè causati anche da semplici vibrazioni come quelle prodotte dall’auto durante la guida, sono fastidiosi e persino dolorosi ed hanno effetti indesiderati sulla vita lavorativa, quotidiana e sul sonno.
Questa condizione è nota come “sindrome dell’eccitazione sessuale permanente” o “priapismo femminile”, una patologia rara consistente in una vasocongestione vulvare che comporta un deflusso alterato del sangue dai corpi cavernosi del clitoride e della vulva.
Le cause di questa condizione vanno ricercate:
- Nelle disfunzioni sessuali causate dagli effetti collaterali di alcuni farmaci.
- Nell’assunzione di alcuni antidepressivi.
- Una neuropatia del nervo pudendo o del nervo dorsale della clitoride, condizioni che spesso si associano alla sindrome delle gambe senza riposo o con la sindrome della vescica iperattiva.
- Cause psicologiche.
Questa sindrome può comportare persino difficoltà a sedersi o camminare e, ovviamente, causa enormi difficoltà per quanto concerne la vita sessuale della donna che ne soffre: infatti, né un rapporto sessuale né la semplice masturbazione sono utili a risolvere il problema.
Il grande imbarazzo che ne deriva, purtroppo, il più delle volte ritarda anche il contatto con un ginecologo per affrontare il problema ed elaborare un piano terapeutico efficace, con conseguenze che possono arrivare anche alla perdita della sensibilità genitale, mentre l’ansia e la paura del dolore ricorrente associato a questa patologia possono trasformare questa sindrome da temporanea a cronica.
Le terapie più idonee a trattare questa sindrome sono:
- La terapia fisica del pavimento pelvico con biofeedback, comprendente anche esercizi di rilassamento.
- La terapia cognitiva e mindfulness.
- La terapia farmacologica con inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina.